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Guida ai Siti Archeologici in Brianza: Un’Avventura nel Tempo

La prima parte della guida definitiva

Foto di Claudio Carrozzo. Grazie!

Benvenuto nella prima parte della guida di Briganza.it dei siti archeologici in Brianza! Scopri i segreti sepolti nel cuore di questa affascinante regione italiana. La Brianza, nota per la sua ricca storia e cultura, ospita una straordinaria varietà di siti archeologici, risalenti a epoche preistoriche e romane. Un viaggio indimenticabile nel passato attende gli appassionati di archeologia e storia, con reperti misteriosi e testimonianze di antiche civiltà. Preparatevi ad esplorare le antiche rovine, le necropoli, e i siti misteriosi che vi trasporteranno indietro nel tempo. Seguiteci in questo viaggio unico, alla scoperta dei siti archeologici più affascinanti della Brianza. Buona lettura e felice esplorazione!

Sito archeologico di Montevecchia LC e le tre Piramidi

Montevecchia, un affascinante borgo situato nella provincia di Lecco, è un vero gioiello della Lombardia e ospita il sito archeologico più antico dell’intera regione. Qui, sono stati scoperti resti dell’uomo di Neanderthal risalenti a oltre 60.000 anni fa, testimoniando una ricca storia preistorica. Ma ciò che rende questo luogo ancora più affascinante sono le tre misteriose sagome collinari: tre piramidi in roccia calcarea, simili a quelle della celebre Valle di Giza in Egitto. Anche se ruotate di novanta gradi rispetto alle strutture egiziane, queste piramidi presentano proporzioni e posizioni perfettamente coincidenti, un fenomeno quasi incredibile!

L’inclinazione delle piramidi del Parco del Curone, da Nord-Ovest a Sud-Est, è pari a circa 43 gradi, la stessa di quelle della Valle di Giza. Entrambe sono state costruite in pietra, sebbene quelle di Montevecchia risalgano probabilmente a un’epoca pre-celtica e siano modellate mediante asportazione del materiale in eccesso. Curiosamente, sembra che esista una relazione numerica fra le piramidi di Montevecchia, le stelle della Cintura di Orione e quelle di Giza, un mistero intrigante scoperto nel 2001 da vari ricercatori, tra cui l’architetto Vincenzo Di Gregorio, che ha documentato la sua scoperta in un libro disponibile online.

Per gli appassionati di turismo culturale e archeologia misteriosa, una visita a Montevecchia durante un viaggio in Lombardia è imperdibile. L’illustre scrittore, regista e giornalista italiano Mario Soldati descrisse il borgo come una delle posizioni più belle della Brianza, un balcone panoramico verso sud, abbracciato da monti che lo proteggono dalle tramontane e dalle brume.

Questo luogo unico è sicuramente da inserire tra le mete da scoprire per arricchire le emozioni e le suggestioni di un’avventura in Lombardia.

Area archeologica Monsorino di Golasecca VA

L’area archeologica di Golasecca, di cui fa parte la necropoli del Monsorino, costituisce un luogo senza tempo immerso nel Parco Nazionale del Ticino. Con la sua storia millenaria, ci offre un affascinante sguardo sul mondo antico. Qui troviamo la testimonianza unica di una delle culture più importanti dell’Età del Ferro in Italia, la Cultura di Golasecca, rappresentando uno dei più rilevanti siti monumentali nel Nord Italia.

La storia degli scavi risale all’800, quando il primo scopritore, Giovanni Battista Giani, identificò erroneamente i circoli di pietra, o cromlech, come resti romani della Seconda guerra punica. Successivamente, Pompeo Castelfranco riconobbe queste strutture megalitiche come tombe di epoca celtica, appartenenti alla civiltà di Golasecca, originaria dei Celti e insediata in queste zone tra il IX e il VII secolo a.C. I cromlech, presenti non solo nell’area del Monsorino, ma anche a Vergiate e Garzonera, sono ancora visibili e fanno parte di un sentiero turistico percorribile all’interno del territorio di Golasecca.

Proseguendo lungo il Ticino, si possono ammirare le sepolture in cassette litiche davanti al Municipio di Golasecca e, all’interno del Parco del Ticino, sulla riva sinistra del fiume, il Monsorino rivela il nucleo più importante di strutture funerarie. Qui sono visibili i resti di sette recinti circolari e tre rettangolari, con reperti costituiti principalmente da ceramiche e oggetti in bronzo e ferro.

Alcune delle tombe più ricche della cultura di Golasecca provengono da Sesto Calende: due appartenenti a guerrieri sono conservate nei Musei di Varese e Milano, mentre la Tomba del Tripode, di grande importanza, ospita una ricca varietà di oggetti di corredo, incluso una situla in lamina bronzea e un tripode in bronzo, oltre a ornamenti femminili, ed è conservata nel Museo locale di Golasecca.

Questo luogo straordinario cattura l’attenzione di coloro che amano il turismo culturale e offre un’esperienza unica nel cuore dell’antichità celtica in Italia.

L’accesso all’area è libero e gratuito. Per prenotare una visita si consiglia di contattare le guide del Parco del Ticino

Parco Storico – Archeologico di Sant’Agostino – Cassago Brianza LC

Il Parco Archeologico di S. Agostino, di proprietà comunale, ha una storia documentata risalente ai primi decenni del 1600, quando il cardinale Federigo Borromeo fece menzione di antichità nei pressi della chiesa parrocchiale.

Agostino vi si era recato e aveva descritto l’area come Cassiciaco, probabilmente corrispondente all’attuale Cassago. Nel 1723-1726, il Catasto Teresiano descrisse la posizione dell’area rispetto ai castelli di Pirovano-Visconti e le case dei nobili Nava. Nel 1756, fu stipulata una convenzione tra i proprietari e la Comunità di Cassago e Uniti, che cedette alcune terre per la costruzione di una nuova chiesa e piazza. Durante i lavori di ampliamento della chiesa nel 1930, furono scoperte alcune tombe e un lungo muro sotto il portico. Successivamente, nel 1985 e 1988, furono effettuati scavi che portarono alla luce altre tombe, muri e vasche.

L’area è gestita dall’Associazione S. Agostino, che promuove la cultura e la storia del luogo, concentrandosi sulla tradizione agostiniana e organizzando eventi culturali, mostre e convegni. Nonostante i molti reperti archeologici trovati, non è ancora stato possibile identificare con certezza la posizione esatta della villa di Verecondo. Esistono varie ipotesi, ma la mancanza di resti evidenti rende difficile stabilirne la localizzazione esatta. I ritrovamenti vicino alla Fontana di S. Agostino suggeriscono la presenza di un’abitazione signorile e termale, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa ipotesi. L’area intorno all’attuale chiesa parrocchiale è stata indicata come il luogo più probabile della villa di Verecondo, anche se la certezza manca ancora.

Per maggiori informazioni sulla storia del Parco Storico Archeologico di Sant’Agostino a Cassago Brianza, visita il sito web dell’Associazione Storico Culturale Sant’Agostino.

Parco Archeologico dei Piani di Barra e Museo Archeologico del Barro – Galbiate LC

L’area dei Piani di Barra è il cuore pulsante dell’importante Parco Archeologico, uno dei siti archeologici in Brianza più importanti, e un vero gioiello incastonato in un suggestivo bosco di faggi.

Qui, gli appassionati di storia e archeologia possono immergersi in un affascinante percorso ad anello, snodato tra i resti del nucleo fortificato di epoca gota, che offre una preziosa testimonianza degli antichi edifici scavati dagli archeologi. Questo insediamento, fondato dai Romani nel V secolo d.C. e successivamente conquistato dai Goti, si estende su terrazzi pianeggianti a un’altitudine di circa 600 metri sulle pendici occidentali del Monte Barro.

Gli scavi archeologici, condotti tra il 1986 e il 1997, hanno portato alla luce undici edifici che ospitavano gli abitanti dell’insediamento militare, tra cui la guarnigione di soldati e le loro famiglie. Uno dei siti di maggior rilievo è il cosiddetto Grande Edificio, considerato il cuore dell’abitato, dove risiedeva il capo militare o il governatore dell’epoca. Questi scavi hanno permesso di rinvenire alcuni dei reperti più pregiati di tutto l’insediamento, tra cui spicca la famosa Corona Pensile del Monte Barro, un’opera unica nel suo genere, ora esposta presso il Museo Archeologico del Barro. Altri edifici, individuati dagli archeologi, giacciono ancora intatti sotto terra e rappresentano un potenziale tesoro di ulteriori scoperte.

Seguendo il comodo percorso ad anello che attraversa prati e boschi, i visitatori possono immergersi completamente nelle atmosfere e nei luoghi che hanno vissuto 1500 anni fa. I pannelli esplicativi e i disegni che ricostruiscono l’aspetto originale degli edifici offrono una prospettiva approfondita sulla vita quotidiana e gli usi dell’epoca. Il percorso di visita inizia dal suggestivo Piazzale degli Alpini, situato lungo la strada per l’Eremo del Monte Barro, pochi tornanti prima di raggiungerlo. Con il suo ricco patrimonio storico e la bellezza naturale circostante, l’area dei Piani di Barra e il Museo Archeologico del Barro costituiscono un’esperienza straordinaria per tutti coloro che desiderano scoprire le radici millenarie della regione.

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